La storia di Santa Giustina
Nell'antica e nobile Trieste, ai tempi del console Fabiano, le punizioni corporali di comune giustizia erano otto per chiunque, senza distinzioni di ceto sociale. In particolare queste pene erano attuate su coloro che non rispettavano il culto del dio Giove, che era la religione di stato. Il dramma consumato in quei tempi lontani riguarda una fanciulla di nome Giustina, che tanto colpì lo scrittore Graziano Gennaro il quale, scrivendo una tragedia composta da cinque atti, ne rese immortale la storia. Tutto iniziò quando il console di Trieste, contento dell'approvazione dell'editto emanato dall'imperatore romano, stava festeggiando con suo nipote. L'unico neo della giornata riguardava alcuni ribelli cristiani. Il consulente del console ricevette visita da un ufficiale, il quale, gli parlò di una ragazza che era causa di alcune lamentele, da parte di nobili giovani, i quali chiedendola in sposa ricevevano da ella un rifiuto, giustificato dal fatto che era consacrata a Gesù Cristo. Il confidente del console, convocò la fanciulla ma, appena Giustina gli si presentò dinanzi, rimase estesiato dalla sua bellezza ed anche lui desiderò averla in sposa. Ricevendo più volte lo stesso rifiuto, la denunciò al Console, che convocò la madre ed il cugino della fanciulla, per cercare di farle cambiare idea altrimenti le sarebbero toccate le punizioni corporali. Giustina rifiutò di ascoltare anche la madre, era irremovidile dalle sue idee, anzi pensava che il suo sacrificio le avrebbe permesso di ricevere la vita eterna in Paradiso. Lasciata sola con l'ufficiale iniziarono per lei le punizioni ma sembrava che le percosse e le flagellazioni non le facessero nulla. Al contrario l'ufficiale stanco sudava così Giustina, provando pietà per lui, gli pose il fazzoletto che divenne pieno di sangue una volta toccato il volto dell'uomo. In quel preciso istante apparve un Angelo che annunciava a Giustina il futuro ingresso in Paradiso. L'ufficiale vedendo ciò si converti e cercò di intercedere per Giustina affinchè non fosse decapitata, al contrario ricevette solo ingiurie e la condanna a morte. Tentò allora di salvare la ragazza, il nipote del console anch'egli abbagliato dalla bellezza di questa e convertito all'Angelo. Rivoltosi allo zio chiese clemenza per la ragazza ma, giunto in ritardo assistette alla decapitazione di Giustina "La Cristiana". Rimasto sconvolto dal crudele spettacolo, si ribellò al console ed incitò il popolo a ribellarsi. La tragedia si conclude con il console, che per non piegarsi al popolo, si suicidò ammettendo la vittoria di Giustina e l'apparizione della Santa al Cielo. Secondo le credenze popolari, si narra che il corpo decapitato della Santa Martire riposa ad Arzano in una delle cappelle a Lei dedicata nella chiesa di S. Agrippino per sua volontà post mortem, in quanto i buoi durante il trasporto del carro da Trieste in Sicilia, ove doveva essere deposta, ad Arzano si fermarono e non vollero più proseguire.
1958: Centenario della traslazione del corpo di Santa Giustina
Nel 1858, per interessamento dei Padri della Missione (detti anche Verginisti), avvenne la traslazione ad Arzano delle spoglie mortali di S. Giustina, una martire cristiana vissuta nel III secolo. Da quella data si è diffusa nel nostro Paese il culto per quella santa. Tale culto, nel corso dei decenni successivi, si andò sempre più radicando, fino a condizionare le pratiche e lo stesso sentimento religioso dei nostri antenati. Infatti, pur se il culto verso S. agrippino, il protettore e patrono di Arzano, rimase vivo, tuttavia gli arzanesi sembrarono avere una devozione più intensa verso questa santa, tanto che non solo la elessero, al pari del primo santo, patrona e protettrice, ma addirittura le intitolarono la strada un tempo più importante del paese. Per lei, più che per S. Agrippino, componevano e cantavano inni e da lei imploravano grazie. Da lei, infine, la maggior parte dei cittadini prendeva il nome da imporre ai propri nati: maschi e femmine che fossero. Per lei, più che per l'altro santo protettore, organizzavano una festa. A questo proposito resta memorabile quella organizzata nel 1958, cioè nella ricorrenza del centenario della traslazione del corpo di S. Giustina nel nostro paese... (da "1858-2008: 150° anniversario della traslazione ad Arzano del corpo di Santa Giustina" della Associazione Agrippinus di Arzano)
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La Città
Il territorio della città di Arzano si estende su una superficie di 4,7 Km quadrati e sorge a 74 metri sopra il livello del mare. Dista da Napoli 8 Km circa e conta oggi 38.000 abitanti circa. Confina, a nord, con Napoli e precisamente con il quartiere di Secondigliano, mentre la distanza dal centro del capoluogo è di circa 4 Km. Confina inoltre anche con i comuni di Casoria, Casavatore, Casandrino, Frattamaggiore e Grumo Nevano.
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Eventi in evidenza

Festa del Santo Patrono Sant’Agrippino
La festa di Sant’Agrippino è vissuta come un evento da celebrare: la Festa della Città di Arzano.
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Artisti in Chiazza
Festival Internazionale del teatro di strada e arti performative.
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Festa di Santa Giustina
Culto e Festa di Santa Giustina.
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Chiesa di Sant'Agrippino
Dedicata al Santo Patrono di Arzano, la Chiesa venne eretta nel 1560. Nel 1598 fu ampliata, con l'apertura di un portale più grande sulla facciata. Nel 1753, dopo vari lavori, il suo aspetto divenne simile a quello attuale.
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Museo della cultura contadina e degli antichi mestieri "A. De Rosa"
La realizzazione del Museo è stata resa possibile grazie alla generosità di un cittadino arzanese, il Sig. Antonio De Rosa, che ha donato gli attrezzi della sua collezione privata.
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Torre dell’orologio
La storia della torre dell’orologio di Arzano comincia nel 1847, quando il paese contava circa mille abitanti.
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